«Li definisco dei terroristi alla pari di quelli che hanno ucciso papà, forse sono anche peggio. Sono degli assassini, perché uccidono per la seconda volta persone morte in modo così drammatico e offendono anche le loro famiglie che sono straziate da un dolore immenso. Ma offendono anche la maggioranza degli italiani che credono in quei valori per i quali i caduti hanno perso la vita». Queste le parole di Marco Intravaia, figlio del vicebrigadiere Domenico Intravaia, uno dei caduti di Nassirya, all’indomani del corteo per la Palestina, durante la quale i manifestanti hanno bruciato il fantoccio di un soldato italiano e hanno, più volte, intonato l’infame “dieci cento mille Nassirya”. Come se non bastasse l’oltraggioso e tristemente famoso coretto, durante la manifestazione, a cui hanno aderito anche molti esponenti del governo, i pacifinti riescono a vomitare anche qualcosa di peggio: “L’unico tricolore da guardare è quello sulle bare”, scandiscono i vermi comunisti avvolti nei loro stracci della pace. «Quantomeno mio padre è morto da eroe e ha avuto l’onore di essere ricoperto dal tricolore. E le aule del Senato non devono essere intitolate a Carlo Giuliani, ma a uomini che hanno perso la vita per le istituzioni, non a uomini che hanno cercato di minarle» risponde il povero Marco Intravaia che, oltre a dover subire quelle ignobili offese, è costretto anche a subire l’opportunismo e l’ipocrisia di chi condanna gli estremisti della sinistra radicale, ma continua a governare grazie al loro sostegno parlamentare.
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8 commenti
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21 novembre 2006 a 4:01 PM
Laura
Le frasi di Marco Intravaia dovrebbero pesare come macigni sulle coscienze dei cosidetti pacifisti alla Diliberto, ma soprattutto dovrebbero far riflettere chi ha votato Prodi e Rutelli pensando di essere rappresentati da gente seria e moderata e che invece si e’ rivelata per quello che e’: conniventi di delinquenti estremisti senza vergogna.
Ciao
21 novembre 2006 a 7:55 PM
getix
Pacifisti?
Ma Laura, non hai ancora capito? Quando NOI saremo 5 metri sotto terra, loro saranno pacifisti.. perchè non avranno più nessuno da uccidere.
22 novembre 2006 a 10:49 am
monica
Lo stomaco ancora è in subbuglio…non ci sono scusanti per quanto accaduto che, temo, non sarà l’ultima puntata.
Diliberto a parte, del quale è stata già stata sottolineata l’imprudente partecipazione e la sua perseverante vicinanza a certi scellerati movimenti, non basta, anzi, non mi basta, la voce grossa (?) di Prodi o le accuse al Pdci arrivate dalla sinistra.
E’ un’altro degli squallidi tentativi degno di Pilato: dovrebbero disconoscere con fermezza queste comunità. Rinnegare loro la paternità ideologica. E, soprattutto, non gli venga consentito di partecipare a consultazioni elettorali (primarie)….Questo è il vero danno di Prodi…lui, per primo, li ha riconosciuti!
Ciao Cosacco
21 novembre 2006 a 9:05 PM
Tommy
Cosacco,
le parole del giovane Intravaia, mi hanno davvero colpito, la loro più che giustificata durezza dovrebbe suscitare delle reazioni nel mondo politico che non si riconosce nella sinistra ideologia dei comunisti nostrani e soprattutto dovrebbe suscitare una reazione forte e decisa nelle forze dell’ordine e nei suoi rappresentanti, in particolar modo dell’Arma dei Carabinieri, la cui gloriosa istituzione è messa alla gogna da una sinistra sempre più estremista che insulta e criminalizza, come nel caso vergognoso del g8 di Genova, chi quotidianamente rischia la vita per difenderci.
21 novembre 2006 a 11:10 PM
Cosacco
Laura,
e pensare che gli stessi Prodi, D’Alema e Fassino, quando negli anni passati si facevano le stesse mainfestazioni, con gli stessi infami slogan, con le stesse bandiere bruciate, non sentivano l’obbligo di dover intervenire con parole di condanna, gli faceva comodo alimentare l’odio contro Berlusconi e i suoi amici americani. Ora che al governo ci sono loro, prendono le distanze per non macchiare l’immagine seria e moderata (?) del governo. Forse, anzi sicuramente, sono peggio degli estremisti che compiono questi vergognosi gesti, almeno loro sono coerenti con i loro pregiudizi e si assumono la responsabilità di quello che fanno.
Getix,
purtroppo i cosiddetti pacifisti, sono multicolori personaggi con l’eco nel cranio.
Tommy,
sono parole che avrei voluto sentire da qualcuno dei politici dell’opposizione che storicamente sono, o meglio, erano, sensibili a questi temi. Ma forse Fini è troppo impegnato nel tentativo di accreditarsi come leader laico e tollerante, per occuparsi di queste vicende che stanno a cuore a molti italiani, soprattutto a quelli con il cuore a destra.
Capisco che il senso dello Stato e delle istituzioni che contraddistingue i Carabinieri è grande, peraltro ben riassunto dal loro motto “Usi ad obbedir tacendo e tacendo morir”, però anche a me sembra che la sinistra radicale e non, abbia raggiunto con il suo atteggiamento, il limite di umana sopportazione. Anch’io spero che dal mondo dei militari provenga un sussulto di orgoglio e rabbia che metta fine a questa infamia nazionale.
22 novembre 2006 a 12:52 PM
Cosacco
Monica,
l’ipocrisia e l’opportunismo dei pseudo moderati dell’unione, mi ricorda, visto che è stato citato, quello che è successo per il g8 di Genova, quando oltre ai Casarini, Carusi e gli Agnoletti, che facevano il loro stupido mestiere di professionisti della protesta, in prima fila a contestare c’erano quelli che potevano benissimo essere al posto di Berlusconi al tavolo degli otto grandi. Pochi giorni prima, infatti, c’erano state le elezioni. Rutelli, Fassino, D’Alema, contestavano aspramente la legittimità del G8 e di fatto incitavano alla rivolta, ma avrebbero fatto lo stesso se avessero vinto le elezioni? Ne dubito fortemente. Sì, sono sicuramente peggio loro dei malati di mente che vanno in piazza a bruciare fantocci e bandiere.
Ciao
22 novembre 2006 a 8:43 PM
Siro
Quanta dignità nelle parole di quel figlio!
Suo padre è un eroe ed era sicuramente anche un bravo papà.
22 novembre 2006 a 10:32 PM
Cosacco
Siro,
dignità e coraggio, aggiungo io, perchè in questo Paese che ogni giorno che passa, assume sempre di più i tratti di un soffocante regime, esporsi in quel modo, può costare molto. Due settimane fa alcuni autonomi hanno preso a sassate il padre di Matteo Vanzan, uno dei carabinieri morti a Nassirya, solo per aver partecipato ad una riunione in cui si ricordava la memoria del figlio, oppure basta pensare al linciaggio che ha dovuto subire il povero Placanica da parte degli squadristi rossi, minacce, portone di casa incendiato, macchina distrutta ….che lo hanno minato irrimediabilmente nel corpo e nella mente. Forse ha ragione Tommy, che auspica un sussulto di ribellione da parte delle forze sane del Paese, proprio a cominciare dai tanto vituperati Carabinieri.