17 ottobre, Reggio Emilia, Gianpaolo Pansa presenta la sua ultima fatica: «La Grande Bugia», libro che cerca di fare luce sugli efferati delitti, si parla di oltre ventimila morti, che dopo la Liberazione insanguinarono il Paese. Durante la presentazione irrompono in sala una ventina di giovanotti dei centri sociali che, intonando Bella Ciao, insultano e aggrediscono con calci e pugni i presenti. Questo incredibile atto di violenza è il pretesto per scatenare un vero e proprio linciaggio nei confronti dell’autore. I santoni dell’ortodossia partigiana, Bocca, Curzi, Vattimo solo per citare i più meschini, invece di condannare l’accaduto, approfittano dell’occasione per insultare Pansa accusandolo di essere un opportunista, un revisionista ed un voltagabbana. Tutto questo per aver smascherato la grande bugia sulla resistenza che la sinistra italiana ha propinato agli italiani per oltre 50 anni. Pansa, fà emergere la verità di una guerra di classe destinata a sfociare in un regime socialista di tipo sovietico, e le sistematiche eliminazioni dei nemici del popolo e degli stessi partigiani non comunisti, ne sono testimonianza inequivocabile.